Un Patto per l’educazione

Dopo l’uscita, il 7 novembre 2018, del comunicato “La nostra scelta Politica” nei giorni scorsi, su alcune testate locali, è stata pubblicata una lettera che ci chiama in causa. Sentiamo la necessità di fare qualche chiarimento: ecco la risposta che abbiamo inviato ai giornali.

Gentile Direttore,
in risposta alla lettera del Sig. Daniele Vecchi da voi pubblicata in data 14/11/2018 sentiamo la necessità di fare qualche chiarimento.

Ci pare utile, innanzitutto, riportare il link al documento completo citato dal Sig. Vecchi: https://www.agesci.it/wp-content/uploads/2015/07/rn2014_oneway.pdf
Questo documento è la Carta del Coraggio, scritto a seguito di un percorso lungo due anni, che ha visto coinvolti più di 30.000 giovani scout di tutta Italia. Non sarà certo sfuggita al Sig. Vecchi la seconda pagina del documento, in cui vengono spiegati il carattere, la genesi e il contesto in cui il documento si colloca. Se invece così fosse ci permettiamo, al solo scopo di essere chiari, di riportare alcune righe introduttive scritte dagli allora Presidenti dell’Associazione:

“[…] Abbiamo promesso ai Rover e alle Scolte (appunto i giovani tra i 16 e i 21 anni inseriti nel percorso scout) l’ascolto da parte dell’Associazione e con questo spirito accogliamo la Carta del coraggio, con altrettanta serietà e fedeltà al principio pedagogico dell’ask the boy, che alla responsabilità di promuovere la manifestazione libera di quanto è nel cuore del ragazzo, fa seguire l’ascolto profondo e a questo la ricerca intelligente della risposta alla domanda di educazione e di autoeducazione.” [dalla seconda pagina del documento]

Ravvisiamo pertanto nelle parole del vostro lettore poco rispetto e attenzione per i messaggi che nella Carta del Coraggio i ragazzi hanno consegnato all’Associazione e al mondo adulto economico, sociale e politico oltre che ecclesiale. Gli stessi ragazzi e ragazze che, figli certamente di questo tempo, nel documento e di fronte all’allora Presidente della CEI Card. Bagnasco, hanno affermato il loro impegno “a vivere la Chiesa con spirito nuovo, consapevoli e curiosi nella ricerca della Verità […] essere coerenti testimoni dell’esempio di Gesù, mettendoci al servizio del prossimo;  essere parte attiva della Chiesa, denunciando ogni forma di ingiustizia sociale e combattendo l’indifferenza e l’omertà […]; affiancare la Chiesa nella formazione delle nuove generazioni, condividendo insieme ai presbiteri, nostri compagni di strada, la testimonianza dell’essere cristiani; essere membra vive del corpo della Chiesa, e vivere con senso di responsabilità all’interno delle nostre comunità cristiane, per essere testimoni di una fede consapevole”.

Queste sono parole che per noi, come per il Sig. Vecchi e qualunque membro adulto ed attivo della comunità cittadina, cattolica o laica, dovrebbero riempire di orgoglio e speranza per ciò che giovani così ricchi di coraggio (parola in cui non ravvisiamo alcun tono smaccato) possono e vogliono realizzare. Sono parole che invitiamo tutti a leggere per trovare ispirazione, come noi, nell’azione educativa che rimane ancorata ai principi del Magistero e della Tradizione ecclesiale, pur frutto di un’esperienza ancora non pienamente matura.

L’esperienza della Carta del Coraggio è stata quindi un’importante esercizio di democrazia per i giovani e di ascolto attivo per i Capi educatori che ha contribuito, e continua a farlo, alla crescita dei ragazzi come persone libere, significative e felici. Così vorremmo gli uomini e le donne di domani.

Ci teniamo inoltre a ribadire, come già scritto nel nostro precedente comunicato, che il documento di riferimento per i Capi educatori dell’Associazione è il Patto Associativo (https://www.agesci.it/?wpfb_dl=2082). È su questo documento che va la nostra primaria adesione in cui si ribadisce la scelta cristiana dell’Associazione: “Operiamo in comunione con coloro che Dio ha posto come pastori e in spirito di collaborazione con chi si impegna nell’evangelizzazione e nella formazione cristiana delle giovani generazioni, anche partecipando alla programmazione pastorale. Per vivere questa esperienza di fede, che deve sempre crescere e rinnovarsi nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera e nella vita sacramentale, apparteniamo a comunità che trovano il loro momento privilegiato nella celebrazione dell’Eucaristia e che si sforzano di informare la loro vita a uno spirito di servizio, come espressione concreta della carità.”

Ricordiamo che l’AGESCI è riconosciuta dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che ne nomina gli Assistenti Ecclesiastici. La sua diffusione, omogenea sul territorio nazionale con circa 2.000 Gruppi Scout, testimonia l’impegno civile al servizio del Paese attraverso la peculiarità del suo carisma. Questo, in fondo, ci pare più importante e più proficuo rispetto alla necessità, che forse qualcuno ravvisa, di tracciare un confine tra l’essere dentro o fuori qualcosa e di collocarvi, sulla base di discutibili considerazioni, l’una piuttosto che l’altra associazione o movimento.

Un cordiale saluto,
I Responsabili di Zona AGESCI Ferrara
Denis Ferraretti, Cecilia Sgaravatto
e il Comitato di Zona AGESCI Ferrara