FERRARA: COSTRUIRE NEL PRESENTE, PER L’AVVENIRE

Noi dobbiamo essere, in questa società inquieta e incerta, una forza di speranza e perciò una forza positiva capace di costruire nel presente per l’avvenire. – Vittorio Bachelet

Questo documento nasce dai tavoli di confronto e approfondimento promossi da un gruppo di associazioni cattoliche di Ferrara (AC, ACLI, AGESCI, Ferrara Bene Comune, MASCI, Movimento Rinascita Cristiana, Salesiani cooperatori) all’interno del progetto Noi per la città. Per una cittadinanza responsabile

Dopo l’incontro introduttivo alla sala Estense, nell’ottobre del 2018, alla presenza dei presidenti nazionali di AC e ACLI, si sono svolti i laboratori che hanno coinvolto i partecipanti su tre temi da noi considerati prioritari per la nostra città oggi: Lavoro ed economia, Famiglia e società, Sviluppo sostenibile e ambiente.

L’obiettivo era quello di elaborare un contributo di riflessione e proposte da offrire ai candidati sindaci. 

Gli incontri, aperti alla partecipazione anche di chi non era appartenente al mondo associativo, hanno visto il confronto tra posizioni differenti, dimostrando l’importanza del processo di dialogo tra opinioni diverse anche all’interno del mondo cattolico. Questo è un primo frutto dell’iniziativa. Ci siamo inoltre cimentati con la complessità dei problemi e, insieme, con la loro dimensione concreta elaborando proposte e soluzioni. Proprio il confronto con la complessità ci fa essere consapevoli del limite del nostro esperimento, ma anche della grande  responsabilità del compito di chi amministra una città. 

La campagna elettorale evidenzia contrasti, strumentalizza conflitti e problemi in vista della vittoria elettorale. Il bene comune chiede invece di amministrare operando scelte e risolvendo problemi nell’ottica della promozione dell’intera comunità, in una prospettiva che sia aperta al futuro non solo immediato. 

Per questo servono le energie di tutti, amministratori e cittadini, maggioranza e opposizione, energie locali e nazionali. E uno sguardo aperto sull’Europa e sul mondo! 

E’ il nostro augurio per la nostra città e per i suoi futuri amministratori.

Il documento è scaricabile in PDF qui http://bit.ly/noiperlacitta

LAVORO ED ECONOMIA

La Repubblica «è fondata sul lavoro» (art. 1 Costituzione Italiana).

Il concetto di lavoro nella Costituzione rimanda sempre al significato della dignità della persona e della sua concreta realizzazione nella sfera della libertà, della crescita personale e comunitaria, della inclusione e della coesione sociale. Il cittadino non viene definito dal ruolo sociale conferito dalla ricchezza o dai titoli nobiliari, ma dal fare bene ciò che gli viene affidato. 

Partendo da questi presupposti abbiamo esaminato alcuni dati sul tema del lavoro riguardanti il nostro territorio. Nel comune di Ferrara il tasso di disoccupazione, dopo aver raggiunto un massimo nel 2014 con il 12.8% è giunto ad un valore stabile tra il 2015-2017 attestandosi tra 10.6% e 10.8%: dato comunque elevato rispetto a valori del 2007-2008 attorno al 6% (dati dell’Ufficio Statistico del Comune di Ferrara). Dal 2012 al 2016 gli occupati sul territorio comunale sono calati di 251 unità (-0.6%). Sono calati soprattutto gli addetti del settore manifatturiero, delle costruzioni, del commercio, del trasporto e del magazzinaggio, mentre sono in crescita quelli della ristorazione e alloggio, ricerca, selezione e fornitura di personale, assistenza sociale residenziale (dati dell’Istituto Ricerche Economiche e Sociali, IRES).

PRIORITÀ

Rispetto alla disoccupazione tre criticità principali sono emerse negli ultimi anni: 

  1. La difficoltà di accesso ad un primo lavoro da parte dei giovani. Dopo un picco di tasso di disoccupazione dei giovani (fascia 15-29 anni) pari al 36% nel 2013, si è assistito ad una progressiva diminuzione nel 2014 (30.5%) fino ad arrivare al 23.8% nel 2016. Nel 2017 si è però assistito ad un sensibile aumento che ha portato il dato a 25.3%. Le percentuali sono dunque ancora elevate e preoccupanti per la fascia giovanile. Aumentano anche i NEET (giovani che non lavorano, non lo cercano attivamente e non studiano) (dati dell’Ufficio Statistico del Comune di Ferrara).
  2. Il problema di ricollocamento per chi perde il lavoro in età matura. La chiusura di piccole e medie imprese del territorio, di piccoli esercizi commerciali a scapito degli ipermercati, ha messo in evidenza la fragilità di questa fascia di lavoratori che riteniamo meriti un’attenzione particolare. Infatti nel 2017 i cittadini tra 55 e 64 anni rappresentavano il 22% del totale delle persone in cerca di occupazione (dati dell’Ufficio Statistico del Comune di Ferrara). I rapporti Caritas degli ultimi anni mettono inoltre in evidenza proprio questa fascia di popolazione tra le emergenti povertà. 
  3. Le difficoltà di accesso degli immigrati al mondo del lavoro. Ci sembra importante sottolineare come priorità anche l’accesso al mondo del lavoro degli immigrati come condizione essenziale di una vera inclusione sociale. A fine 2018 la percentuale di stranieri residenti nel comune di Ferrara è del 10.7% (pari a 14˙164 persone), in crescita rispetto al 6% del 2008. Tuttavia la percentuale è più bassa di quella di tutti gli altri comuni capoluogo di provincia della Regione. Pur non avendo trovato dati specifici sul comune di Ferrara si può mettere in evidenza che la popolazione di immigrati in Italia in età da lavoro è pari a 4˙100˙826 ed il 59.3% di essa è occupato in settori per lo più dell’artigianato, dell’agricoltura, della specializzazione operaia, del commercio e dei servizi (colf, badanti, ecc.) e in professioni non qualificate (manovali in edilizia, servizi di portineria e pulizia). Si può inoltre mettere in rilievo come la quota di lavoro non qualificato negli immigrati è del 35.4% contro l’8.2% negli occupati italiani. Sempre a livello nazionale gli stranieri in cerca di occupazione sono il 10.1% sul totale degli immigrati (dati dell’Istituto Ricerche Economiche e Sociali e del XXVII Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes 2017-2018).

PROPOSTE

  1. Sulla prima priorità in relazione agli interventi sulla fascia giovanile, il Comune potrebbe operare per:
    1. Favorire la sottoscrizione di un Patto per il lavoro comunale (che si collega al Patto regionale del lavoro) che coinvolga, oltre al Comune stesso, aziende, sindacati offrendo ai giovani un primo periodo di lavoro preceduto da tre mesi di stage o tirocinio formativo, usando la metodologia PIL (progetto di inserimento lavorativo) di UNIFE nell’incontro tra domanda e offerta. Al fine di favorire l’inserimento in azienda dei giovani il Comune finanzia selezione dei candidati, loro formazione preparatoria di base e accompagnamento nei vari passaggi fino al matching (l’incontro tra domanda e offerta appunto) redigendo infine un consuntivo sull’esperienza.
    2. Detassare e/o incentivare le imprese e l’imprenditoria privata che partecipano al programma di primo inserimento al lavoro, mediante azioni del Comune (per es. riducendo imposte e tasse locali).
    3. Rafforzare le azioni di alternanza scuola-lavoro locale specialmente negli istituti Professionali e Tecnici, in modo che queste attività siano meglio supportate nelle fasi di mappatura delle imprese, di selezione e di abbinamento imprese-studenti, migliorando così la qualità del periodo di praticantato degli studenti presso le aziende. Ciò aiuterebbe a qualificare le scuole tecnico-professionali del nostro territorio ovvero quelle più coinvolte nel fornire manodopera alle piccole e medie imprese locali e artigianato. Anche il Comune con le sue partecipate potrebbe usare l’alternanza scuola-lavoro come buona pratica (anche con piccole “borse lavoro”) diventando un attore che stimola e supporta tali percorsi.
    4. Favorire la collaborazione tra Università, alcune associazioni e aziende private nel selezionare una task force di giovani consulenti che abbiano il compito assieme a senior (volontari esperti in pensione di associazioni competenti) di aiutare le piccole aziende con temporary manager anche con percorsi di innovazione.
    5. Migliorare i servizi per gli studenti universitari. Prevedere un ampliamento dello studentato appena realizzato da Acer con 180 posti e realizzare accordi tra privati e Comune con affitti calmierati.
  2. Sulla seconda priorità, ricollocamento per chi perde il lavoro in età matura, e per una valorizzazione del lavoro a livello locale il Comune potrebbe operare per: 
    1. Dare un forte impulso per snellire e velocizzare i processi burocratici a favore della semplificazione delle procedure per le imprese introducendo anche minori oneri per i piccoli operatori.
    2. Favorire le forme di sussidiarietà delle associazioni di volontariato e cooperative, in modo che una parte del lavoro pubblico sia delegato a forme cooperative o di volontariato, pur mantenendo al “pubblico” il coordinamento o le mansioni professionali più importanti. Specie nell’assistere i poveri, disabili, anziani, persone con speciali necessità. Ci dovrebbe essere un maggior coinvolgimento e finanziamento pubblico delle associazioni di volontariato.
    3. Concedere contributi specifici alle imprese e negozi che operano in zone degradate/da valorizzare della città in qualità di agenti di presidio del territorio.
    4. Favorire il lavoro stagionale locale in agricoltura con un’iniziativa congiunta di Imprese, sindacati e Comuni realizzando un Patto per il lavoro in favore di studenti con lavori stagionali, disoccupati, immigrati residenti in città.
  3. In riferimento alla terza priorità per sostenere l’accesso degli immigrati al mondo del lavoro il Comune potrebbe:
    1. Accogliere e integrare. Per gli immigrati o rifugiati che dovessero arrivare a Ferrara creare un’accoglienza che preveda una vera integrazione che inizia con lezioni di italiano tutte le mattine, lavori socialmente utili al pomeriggio a tempo pieno affidati anche ad associazioni di volontariato e, dopo un tempo congruo, attivare un servizio dedicato di formazione e transizione al lavoro.
    2. Favorire il lavoro stagionale locale in agricoltura, come già richiamato nel punto B,  con un’iniziativa congiunta di Imprese, sindacati e Comuni realizzando un Patto per il lavoro in favore di studenti con lavori stagionali, disoccupati, immigrati residenti in città.
    3. Contribuire alla gestione delle problematiche delle donne che si occupano di servizi alla persona quando perdono contemporaneamente lavoro e casa.

Inoltre il Comune potrebbe agire per:

  1. Sviluppare infrastrutture di collegamento ferroviario che consentano a Ferrara una maggiore prossimità con Bologna privilegiando la ferrovia anziché l’autostrada, in modo che possa crescere l’occupabilità dei residenti a Ferrara nel capoluogo regionale, che presenta un fabbisogno rilevante di manodopera non soddisfatto dai soli residenti. Ciò potrebbe inoltre contribuire alla riduzione dell’inquinamento ambientale  e alla rivalutazione del patrimonio immobiliare locale.
  2. Rinforzare l’attività di vigilanza amministrativa da parte degli Uffici comunali competenti al fine di contrastare l’abusivismo e supportare gli organi ispettivi per reprimere  la piaga del lavoro grigio o nero. Per una città legale e libera dal lavoro nero e non solo “sicura”.

FAMIGLIA E SOCIETÀ

Alcuni dati ricavati dall’Ufficio statistico del Comune di Ferrara consentono di evidenziare alcuni aspetti sociologici riguardanti il tema in esame. 

È evidente il calo dei matrimoni sia religiosi che civili, l’esistenza di molte coppie che non formalizzano la loro vita insieme con un atto pubblico, la presenza di  5673  persone (2218 maschi e 3455 femmine) con un divorzio alle spalle. Nel Comune di Ferrara (dati pubblicati sull’Annuario Statistico 2017) il 40.5% delle 65015 famiglie anagrafiche  sono composte da una sola persona, quelle con famiglie di soli anziani sono 18506 (28.5%) e quelle composte da soli ultra-ottantenni 6409 (9.9%). Si contano 6845 famiglie con cittadini stranieri, pari al 10.5%, mentre le famiglie con minori sono 11778 (18.1%). 

Osservando la piramide dell’età si evidenziano in maniera forte la denatalità e l’invecchiamento della popolazione, entrambi aspetti fortemente condizionanti la demografia ferrarese.

In questo contesto complesso e sommariamente analizzato fare proposte nell’ambito delle politiche familiari e della natalità,  è importante, se consideriamo la famiglia “il soggetto primario della propagazione, tutela e cura della vita e della dignità di ciascuna persona” (Carta del network italiano di città per la famiglia) su cui si fondano la comunità e il suo benessere sociale, la trasmissione delle conoscenze e dei valori, il vivere civile. Proprio per questo, le famiglie vanno pensate non solo come oggetto portatore di bisogni, ma come soggetto positivo sul piano delle relazioni sociali, particolarmente se  inserite  in una rete sociale o unite in associazione con altre famiglie. Sostenere la famiglia, dunque, è fondamentale, perché quando la famiglia “sta bene” tutta la società se ne avvantaggia. 

Ma quali priorità darsi in questo contesto così variegato e complesso?

PRIORITÀ

Alcune priorità emerse dall’analisi del contesto e dalla considerazione di quanto già positivamente esiste in ambito di politiche familiari sono:

  1. Il problema della denatalità. Si impone con tutta la sua gravità, come fenomeno che ha radici lontane e di cui si cominciano a vedere gli effetti sistemici. Un fenomeno che a nostro parere molto dipende da fattori culturali e di mentalità (individualismo, temporalità schiacciata sul presente) e non solo da fattori economici e sociali (la disoccupazione giovanile, la precarietà) che, certo contribuiscono ad aggravarlo. A questo tema si connette ovviamente quello della crisi demografica che comporta vari fenomeni quali il saldo naturale negativo, (compensato solo in parte nel comune di Ferrara da fenomeni migratori), il generale invecchiamento della popolazione, la presenza di nuclei familiari con un numero sempre più basso di componenti, spesso anziani.
  2. Le famiglie giovani. In questo contesto di denatalità e crisi demografica sembra importante concentrare gli sforzi anche in termini di investimenti, sulle famiglie giovani, in fase di formazione o appena costituite, sulle famiglie  con minori o con figli ancora economicamente non autonomi (il tema intercetta quindi quello della disoccupazione giovanile), luoghi dove in senso stretto si genera e si cerca di accompagnare il futuro, rappresentato dai figli. Su queste famiglie occorre infatti investire se si vuole arrestare il declino demografico o almeno un po’ compensarlo. Vanno elaborate strategie che rendano attrattiva la città. Indubbiamente l’elevata percentuale di famiglie con anziani e di anziani soli non può essere dimenticata e, in tale direzione, deve essere potenziato l’impegno delle pubbliche amministrazioni. Sentiamo però il bisogno di progettare il futuro ponendo soprattutto l’accento sulle nuove generazioni che a pieno titolo lo rappresentano.
  3. Più organicità nelle politiche familiari. Preso atto dell’impegno profuso dalla amministrazione locale per le politiche familiari particolarmente nella fascia prescolare, si è però osservata una certa disorganicità nell’elaborazione di piani e, conseguentemente, negli interventi predisposti, con complessiva riduzione dell’efficacia anche per la divisione delle competenze sul tema famiglia in istituzioni distinte (Istituzione Scolastica, Assessorato Servizi alla Persona, Servizio Sociale). 
  4. La fascia giovanile. In particolare, si è osservata frammentarietà di intervento per bambini, ragazzi, giovani a partire dall’inizio dell’età scolare per tutta la fascia giovanile sino alla transizione verso l’età adulta, oggi sempre più tardiva. In questo ambito una particolare urgenza riveste, anche in relazione alla famiglia, il tema dei preadolescenti e degli adolescenti spesso lasciati a se stessi e privi nel tempo libero di proposte aggregative che ne accompagnino la crescita, stimolandone la creatività, la dimensione di solidarietà, le capacità di coinvolgimento attivo.

PROPOSTE

  1. Per perseguire queste priorità in modo più sistematico e organico, a partire dall’attività di studio e ricerca condotta dal Forum delle Associazioni Famigliari di Ferrara negli anni passati, che già ha cercato di coinvolgere anche gli amministratori locali, si propone che anche nella nostra città si costituisca un’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili su modello di quella di Trento, con l’obiettivo di promuovere un sistema integrato di politiche familiari e giovanili che rafforzino il benessere delle famiglie, sostengano la natalità fino alla transizione all’età adulta, incrementino l’attrattività economica del territorio,  elaborino politiche di conciliazione vita-lavoro, coinvolgano le famiglie e le loro associazioni come parte attiva dei processi. Come già a Trento si potrebbero indirizzare le politiche programmate ai  nuclei familiari, residenti nel comune, con almeno un minore a carico, o a famiglie che affiancano, ospitano o convivono con membri in condizioni di particolare fragilità (disabilità, malattia, vecchiaia) definendo per ogni singolo progetto,in caso di agevolazioni e interventi economici,  le condizioni economiche degli aventi diritto. In questa prospettiva, numerosi interventi già esistenti magari in settori diversi, potrebbero essere valorizzati in funzione della famiglia come centro unificante della progettazione e integrati con altri. Potrebbero essere capitoli di intervento: servizi informativi, consulenza e accompagnamento vita familiare, iniziative a misura di famiglia, accoglienza familiare, associazionismo familiare, servizi per ragazzi e giovani, servizi per la prima infanzia, interventi economici.
  2. In particolare, per le famiglie giovani si propone di:
    1. Organizzare da parte delle pubbliche amministrazioni corsi laici e gratuiti pre e post matrimoniali in preparazione e sostegno alla formazione della famiglia. 
    2. Introdurre agevolazioni per giovani coppie. Ad esempio:
      • Individuare forme di sostegno per chi decide di iniziare la propria storia familiare a Ferrara in relazione al tema della casa: partner pubblici e privati che possano contribuire ad abbattere costi e proporre agevolazioni concrete (accesso al credito etico/microcredito/prestito sull’onore, abbattimento degli oneri,…)
      • Continuare sulla buona strada intrapresa col social housing.
    3. Sostenere chi genera attraverso:
      • Il potenziamento di percorsi di accompagnamento alle mamme (ma anche ai papà) nella fase pre-parto e post partum, favorendo le relazioni tra chi vive la stessa esperienza.
      • L’utilizzo di fondi europei a sostegno dell’occupazione femminile e in collaborazione con l’Agenzia del lavoro, il finanziamento di iniziative predisposte a favorire la permanenza nell’occupazione delle lavoratrici al rientro del congedo, l’occupazione delle madri disoccupate, il sostegno economico al congedo parentale dei papà ed alla scelta del part-time.
      • L’utilizzo di fondi europei a sostegno dell’occupazione femminile per predisporre “buoni di servizio” che consentano di acquisire servizi educativi di cura e custodia di figli fino a 14 anni (sino a 18 in caso di disabilità o con particolari condizioni di disagio) con un contributo personale del 20% rispetto al costo reale del servizio acquisito. Si intende servizi educativi  in più o in relazione a specifici bisogni che non possono essere soddisfatti con i servizi ordinari.
      • Una politica della casa che ponga attenzione al tema del ricongiungimento familiare delle famiglie dei migranti e alla tutela dei lavoratori stagionali.
      • Sostenere chi vive la gravidanza in condizioni di difficoltà. Come previsto dalla Risoluzione del Consiglio Comunale approvata all’unanimità in data 25 marzo 2019, supportare progetti e Associazioni che, nel pieno rispetto della legge 194, sostengono donne con maternità difficili o sono orientati al supporto di “genitorialità in situazioni di fragilità o condizioni di vulnerabilità”. Nello spirito della legge 194 garantire che tra i servizi che Consultori e presidi sanitari offrono ci sia l’informazione sui diritti delle donne in materia di tutela sociale della maternità, nonché l’assistenza sanitaria, psicologica e sociale inerente la tutela della gravidanza, della maternità e l’assistenza domiciliare al puerperio, con una specifica attenzione alla tutela della maternità delle donne e lavoratrici migranti, visto l’alto tasso di aborti in questa fascia di popolazione.
  3. Per l’area ragazzi e giovani si propone di:
    1. Costruire un Piano giovani attraverso attori del territorio (amministrazione locale, associazioni e imprese) progettando azioni che abbiano come obiettivo di ricostruire  il contesto aggregativo per preadolescenti e adolescenti con  progetti mirati, finalizzati a coinvolgere attivamente i giovani (laboratori di creatività, percorsi formativi di cittadinanza attiva, orientamento, apertura e confronto con altre realtà giovanili nazionali, europee, internazionali.
    2. Favorire la costruzione di reti tra le associazioni anche sportive per promuovere valori come la collaborazione, la solidarietà, l’apertura all’altro.
    3. Creare occasioni di scambio e trasmissione di competenze tra le generazioni (centri sociali anziani aperti al confronto con i giovani.
    4. Promuovere il servizio civile.
    5. Investire sull’orientamento scolastico e professionale.
    6. Elaborare, con Fondi europei, un potenziamento del piano a sostegno dei giovani NEET.
    7. Costruire percorsi di autonomia attraverso il co-housing.

SVILUPPO SOSTENIBILE E AMBIENTE

Guardiamo preoccupati al degrado della nostra Casa comune Terra da cui dipende la nostra stessa esistenza: degrado ambientale che accompagna il sempre più esteso disagio economico e sociale. 

Sappiamo che in assenza di un radicale cambio di rotta i danni che già oggi subiamo, non potranno che aumentare, fino a mettere in crisi la nostra stessa società, aumentando ulteriormente le diseguaglianze e riducendo drasticamente la qualità della vita.

Siamo convinti che l’istituzione Comune di Ferrara, il livello di governo più vicino alle famiglie e alle imprese, debba decisamente orientare la propria azione per facilitare e sostenere la transizione ecologica, senza attendere che le istituzioni sovraordinate definiscano una ricetta per farlo. E’ una condizione necessaria ma non sufficiente: serve la cooperazione di tutte le forze del territorio, a partire dalle semplici aggregazioni, coinvolgendo le associazioni, le piccole e grandi comunità, fino ad arrivare alle più strutturate organizzazioni sociali ed economiche.

E’ necessario cominciare ora, in occasione del rinnovo degli amministratori comunali, e vorremo suggerire alcuni ambiti prioritari.

PRIORITÀ

  1. Economia sociale. Con il dispiegamento operativo della riforma del Terzo settore e la sempre più frequente nascita di imprese not for profit, fortemente concentrate sul territorio, ci sono le condizioni perché il Comune possa concretamente orientare lo sviluppo del territorio, facendo leva sulla sostenibilità, per rafforzare l’economia sociale a Ferrara al fine di garantire una maggiore resilienza al territorio, migliorarne il tessuto socio-economico e la qualità dell’ambiente.  
  2. Nuova programmazione Europea. È strategico garantire che per la nuova programmazione 2021-2027 la struttura comunale sia pronta ad accedere a fondi europei, fonte in grado di orientare alla sostenibilità le città. Per farlo è necessario seguire con attenzione la definizione dei programmi e coinvolgere gli attori locali al fine di massimizzare l’impatto sul territorio.
  3. Comunità energetiche. Il pacchetto europeo sull’energia ha recentemente sancito il principio di libertà di produrre e scambiarsi energia. Oggi nel sistema elettrico italiano è assolutamente vietato, ma a breve (massimo 2 anni) il pacchetto UE sarà recepito nella legislazione e regolamentazione italiana. Si tratta di una grande opportunità per il territorio di attivare filiere di economia circolare legate ad energia rinnovabili e di un’ulteriore spinta verso la rigenerazione urbana.
  4. Economia circolare. Il pacchetto UE sull’economia circolare introdurrà importanti cambiamenti legati al mondo degli imballaggi. Sul piano del governo della città è necessario essere attenti e pronti a cogliere tutte le opportunità che ne deriveranno, non solo per il ciclo dei rifiuti, ma soprattutto per l’economia locale.
  5. Piano Urbanistico Generale (PUG). La prossima amministrazione si dovrà occupare della definizione del Piano Urbanistico Generale previsto dalla nuova disciplina urbanistica regionale. Sarà uno strumento fondamentale per orientare le trasformazioni del tessuto urbano dei prossimi anni ai requisiti di sostenibilità e resilienza ala cambiamento climatico.
  6. Adattamento al cambiamento climatico. Va decisamente rafforzata l’azione del Comune nelle azioni di manutenzione o rigenerazione degli spazi pubblici tenendo conto dei parametri che definiscono il clima urbano. La prossima adozione da parte del consiglio comunale del Piano di adattamento (previsto dal Patto dei Sindaci) deve produrre i suoi effetti reali e operativi in ogni intervento sul territorio.

PROPOSTE

Per agire sulle priorità sopra esposte pensiamo possa essere importante:

  1. Modificare lo statuto comunale inserendo un capo apposito sulla sostenibilità.
    Alcuni spunti che possono essere sviluppati nel confronto in consiglio comunale:
    • L’ambiente è un bene comune da cui dipende la vita sociale ed economica della comunità. Ad ogni degrado ambientale corrisponde un degrado sociale ed economico.
    • Il Comune favorisce l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di tutela dei beni comuni, sulla base del principio di sussidiarietà [art. 118 della Costituzione Italiana]
    • Il Comune riconosce che il sistema economico e sociale può essere in equilibrio solo se il sistema ambientale è in grado di rigenerare le risorse per le generazioni future.
    • Il Comune, nell’ambito delle competenze previste dall’ordinamento, ha un ruolo attivo nello stimolo, sostegno e facilitazione di una conversione dell’economia del territorio volta alla sostenibilità.
    • Il Comune valorizza il capitale naturale favorendo, nel rispetto delle normative nazionali, le attività economiche e sociali che ne aumentano la consistenza.
    • Il Comune opera secondo il principio di sufficienza e sobrietà affinché le risorse naturali siano rigenerate in tempo per le generazioni future.
    • Il Comune riconosce che l’azione amministrativa è ispirata dalle conoscenze scientifiche.
    • Il Comune adotta la Valutazione di Impatto Sociale nei report annuali con la medesima valenza del bilancio economico.
  2. Istituire un’Agenzia sviluppo sostenibile/Agenzia Beni Comuni. Istituire una struttura organizzativa comunale dedicata (fondazione, agenzia….), anche in collaborazione con altri soggetti in grado di:
    • stimolare e sostenere processi di transizione ecologica interagendo efficacemente con il tessuto economico e sociale del territorio
    • accedere a fondi Europei per raccogliere risorse economiche
    • approfondire la conoscenza di modelli utilizzati in altre città europee
    • incubare, anche in collaborazione con altri soggetti, iniziative imprenditoriali (start-up) orientate ad aumentare il capitale naturale del territorio e alla gestione dei beni comuni.
  3. Organizzare una Green Week/un festival della sostenibilità. Anche in collaborazione con altri soggetti, prevedere una manifestazione annuale di adeguato livello culturale e scientifico in grado di coinvolgere inclusivamente cittadini e city users, in cui diffondere concetti e modelli di sostenibilità per connotare Ferrara come città.
  4. Rafforzare l’Urban Center, per garantire sempre maggiore partecipazione ai processi di rigenerazione urbana.

Si potrebbe inoltre agire sugli ambiti specifici:

  1. RIFIUTI. I rifiuti sono indotti dal modello economico, frutto della logica dello scarto. Le energie collettive spese per ridurre i rifiuti sono oggi residuali se confrontate al grande dibattito sui modelli di gestione. Si potrebbe definire un Piano di riduzione dei rifiuti per quanto riguarda quelli direttamente prodotti da Comune, sue aziende controllate, scuole comunali e richiesta di fare altrettanto ad altre istituzioni pubbliche del territorio (Scuole provinciali, Università, altri uffici pubblici….), in particolare impedendo l’uso della plastica monouso, anche negli eventi e manifestazioni, favorire il “vuoto a rendere” tramite cauzionamento in tutte le occasioni. Si potrebbe poi individuare una figura di tutor della gestione rifiuti per famiglie che orienti i comportamenti alla minore produzione di rifiuti da conferire al servizio pubblico (compostaggio di comunità, uso di acqua potabile…), con particolare attenzione ai condomini.
  2. VERDE. Si potrebbe incrementare la dotazione di alberature:  gli alberi oggi sono vissuti unicamente come un costo e un problema legale quando avvengono incidenti, ma sono erogatori di importanti servizi come cattura di inquinanti, assorbimento di acqua, raffrescamento, sequestro di gas climalteranti. Si propone di svolgere azioni di formazione e sensibilizzazione sul ruolo del verde nella riduzione dell’inquinamento e nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Si potrebbero definire nuovi schemi di utilizzo e gestione del verde in grado di generare occasioni di ricreazione, nuove aggregazioni sociali, opportunità di lavoro retribuito, spazi per il volontariato, iniziative attrattive per i city users (studenti, turisti). Si potrebbe affidare a nuovi soggetti la produzione di cibo in alcune zone di verde pubblico del nostro territorio: luoghi visitabili ove vengono svolte anche attività didattiche per rigenerare la città con il verde. Dovrebbero essere definiti strumenti e risorse per garantire l’incubazione di imprese urbane dedicate cioè alla cura del territorio e della comunità. 
  3. ARIA. I 90mila decessi prematuri che avvengono in Italia a causa della cattiva qualità dell’aria sono concentrati nel territorio padano. La mobilità delle famiglie incide per meno del 15% sulle emissioni di PM10 totali. Oltre il 20% è da attribuire al trasporto merci, quasi alla pari dell’utilizzo della legna per riscaldamento. Per completare il quadro poco più del 15% è dovuto all’industria e quasi il 20% agli allevamenti. Il restante 15% è invece attribuibile a tante diverse e piccole origini. Studi ENEA assegnano al miglioramento dei comportamenti dei singoli una quota del 20% di riduzione di consumi e quindi di emissioni: stili di guida adeguati possono ridurre i consumi e quindi le emissioni anche del 30%, perciò se attuati da almeno la metà dei cittadini e operatori dei trasporti avremmo una riduzione del 15% di emissioni. È poi sicuramente necessario ridurre drasticamente l’uso del mezzo privato: sono necessarie politiche per rendere più attrattivo l’uso di mezzi alternativi (TPL, mezzi collettivi, bici, piedi) rispetto al mezzo privato. Andrebbe potenziata inoltre la presenza di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici. Si potrebbe promuovere il TLR, con analisi della tariffazione in parallelo ed eventualmente in anticipo sull’introduzione della regolamentazione ARERA. Sono inoltre necessarie modifiche ai regolamenti comunali per rendere realmente sanzionabile l’utilizzo improprio di legna per il riscaldamento. 
  4. CORSI D’ACQUA – ECONOMIA BLU. In pochi decenni abbiamo modificato radicalmente il nostro rapporto con i corsi d’acqua nel nostro territorio. Da luogo dove si svolgevano attività economiche e ricreative a luogo inaccessibile, pericoloso, brutto da vedere ed insalubre. I maggiori corsi d’acqua che attraversano il nostro territorio di competenza demaniale. Se si vuole intervenire su essi per aumentare la fruizione e l’uso collettivo serve definire una struttura organizzativa (ufficio dedicato) che acquisisca competenze e sostenga i processi necessari alla trasformazione, anche attraverso l’attivazione di rapporti con Università e strutture di ricerca per individuare gli usi compatibili.
  5. CICLO IDRICO. Il sistema di gestione del ciclo idrico è regolato dall’Autorità nazionale (ARERA) che ha definito parametri qualitativi che i gestori devono migliorare nel tempo. Agli investimenti “obbligatori” previsti da ARERA si affiancano poi gli investimenti che i sindaci appartenenti al bacino gestionale decidono sulla base delle risorse disponibili nel piano tariffario. Per il bacino che comprende Ferrara (e altri comuni dell’alto ferrarese) la quota annuale di investimenti è indicativamente di poco meno di 10 milioni di €/anno.  Pensiamo che serva una grande operazione di trasparenza che consenta di definire il quadro reale delle perdite (dove sono, quanto pesano, quanto costa sistemarle) e che sia importante pubblicare e rendere leggibili le classi di merito in cui si trova il gestore del bacino di Ferrara e il piano di investimenti che viene approvato nel consiglio locale di ATERSIR, garantendo momenti di confronto pubblico che promuovano la partecipazione dei cittadini. 
  6. CIBO. L’impatto ambientale della settore agroalimentare è correlato alla lunghezza, complessità e livello di industrializzazione delle filiere. Più la filiera è corta e locale, minore è l’impatto, più la filiera è industriale maggiore è l’impatto. Inoltre se la filiera è corta e locale la ricaduta economica è maggiore sul territorio. Data la tradizione e vocazione agricola di Ferrara un consumo locale porterebbe a significativi vantaggi sul piano economico e ambientale.     
  7. ENERGIA. Lo sviluppo sostenibile è strettamente collegato all’uso sostenibile dell’energia. Sul settore della climatizzazione degli edifici, l’obiettivo è consumare meno (disperdere meno energia), consumare meglio (impianti termici più efficienti), consumare diversamente (uso delle fonti rinnovabili al posto dei combustibili fossili). Gli interventi di efficientamento energetico rappresentano un importante volano per l’economia, con positive ricadute sull’indotto ferrarese, non richiedendo particolari specializzazioni tecnologiche e lavorative fuori della portata locale. Le PP.AA. devono svolgere il ruolo di promotori dell’uso intelligente dell’energia, sia attraverso interventi sulle proprie strutture (edifici, impianti, automezzi), sia incentivando i processi di efficientamento energetico e di ricorso alle fonti rinnovabili da parte di privati cittadini e di aziende.

Per favorire questa transizione si potrebbe: 

  • Ampliare la mission del Centro Idea a vera e propria Agenzia per l’Energia Sostenibile, affinché divulghi le migliori pratiche in campo energetico a cittadini e imprese e sia di sostegno all’accesso delle forme di incentivazione degli interventi di efficientamento energetico.
  • Introdurre negli strumenti di regolazione urbanistica ed edilizia forme di incentivazione al recupero degli edifici utilizzando le migliori pratiche, con particolare attenzione per le soluzioni NZEB (edifici a energia quasi zero).
  • Procedere con un piano di interventi sugli immobili e sugli impianti di proprietà del Comune che preveda una riduzione dei consumi energetici al 2018 del 5% all’anno (rispetto al 3% richiesto per le Amministrazioni centrali).

maggio 2019

Il documento è scaricabile in PDF qui http://bit.ly/noiperlacitta

noiperlacitta_sintesi_2019