Siamo scout, siamo Europa

Quando B.-P. fondò lo scautismo, il nostro pianeta era sull’orlo di un’ecatombe. La Grande Guerra fu la negazione dei nostri princìpi, e i suoi tonanti appelli erano chiari: le potenze si fronteggiavano su più fronti, ma le guide e gli scout, proprio loro, erano chiamati a costruire sulla Terra la vera Città di Dio. I numerosi decenni che non hanno visto conflitti in Europa nascono anche da lì.

L’Unione Europea, con tutte le incertezze che si trascina dietro, è stata al centro di un vivo dibattito nell’incontro del 3 maggio a Ferrara. L’AGESCI, associazione scout e cattolica, è protagonista del contesto che oggi interroga il continente. Nel mese di gennaio, infatti, è stata tra le firmatarie del Manifesto di Retinopera, rete italiana cattolica che riunisce varie realtà a livello nazionale per dare concretezza alla Dottrina Sociale della Chiesa, nel nome di un punto fermo: l’Europa che vogliamo – e la vogliamo! – è una comunità di nazioni.

Magari nella forma della federazione, come tenacemente ha sostenuto nel dibattito ferrarese Giorgio Anselmi, presidente del Movimento Federalista Europeo.

Giorgio Anselmi

Un’Europa che ridia dignità al valore umano del lavoro, per tutte e tutti i cittadini: Matteo Bracciali, responsabile degli affari internazionali delle Acli – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – , ha messo in luce la necessità di far conoscere l’Europa anche alle più piccole imprese, non sempre consapevoli dei benefici di cui solo noi, nel mondo, godiamo.

Matteo Bracciali

Lavoro, sì, ma anche solidarietà. Grazie a Nicolò Pranzini, scout ravennate che da anni è nel Comitato europeo del WOSM (World Organization of the Scout Movement, Organizzazione Mondiale dello Scautismo), abbiamo conosciuto la bella realtà del Terzo settore, in pericolo se il vento che sta tirando dovesse continuare a soffiare.

Nicolò Pranzini

E proprio al nostro movimento molto ha dato l’Unione Europea, permettendoci un’ampia diffusione, e molto noi abbiamo dato a lei, attraverso azioni rivolte a gioventù e periferie: non erano forse questi gli obiettivi del nostro fondatore?

Ivan Fiorillo

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