Sul film Aquile Randagie

È uscito lunedì 30 settembre ed è stato in sala per due giorni a Ferrara Aquile Randagie, il film che racconta di un gruppo di ragazzi scout che, nel 1928, sono entrati in clandestinità pur di non sottomettersi alle Leggi Fascistissime.

Un’inattesa sorpresa al botteghino: ottiene il secondo posto dopo il film di Tarantino e subito prima del nuovo Rambo. Un eccellente risultato per un film nato dal basso, grazie anche a finanziamenti in crowdfunding. È una pellicola coraggiosa, fatta da giovani per i giovani e che ha un indubbio valore storico. Aquile Randagie è un film emozionante di resistenza al fascismo che fa memoria e che manda un forte messaggio di speranza: si può resistere un giorno in più.

Si facevano chiamare Aquile Randagie i ragazzi del gruppo di scout di Milano, Monza e Parma che svolgevano attività giovanili clandestine durante il periodo del fascismo. Una legge, la n. 5 del 9 gennaio 1927, aveva decretato lo scioglimento dei Reparti scout. Papa Pio XI fu costretto a dichiarare sciolta l’Associazione Scautistica Cattolica Italiana (ASCI) e infine, il 9 aprile 1928 tutto lo scautismo fu dichiarato soppresso dal Consiglio dei Ministri. Anche il gruppo scout Milano 2 e il gruppo scout Milano 6 deposero ufficialmente le proprie insegne ma alcuni di essi si rifiutarono di cessare l’attività. Usando messaggi in codice e cifrati per non venire scoperti, quei ragazzi continuarono a ritrovarsi, tenendo anche regolari campi scout d’estate in Val Codera (provincia di Sondrio), e svolgendo le attività scout. Tuttavia la vita clandestina è vissuta con serenità e come parte integrante del gioco. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 le Aquile Randagie, insieme ad altri, diedero vita all’OSCAR (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati) che si impegnò in un’opera di salvataggio di perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza, religione, con espatri in Svizzera e concludendo il proprio servizio proteggendo la vita, a guerra finita, ai persecutori di ieri.

Impossibile non ricordare che qualche anno prima, il 23 agosto 1923 ad Argenta, Don Giovanni Minzoni muore vittima di un agguato teso da due squadristi. In piena opposizione con il regime dell’epoca, Don Giovanni promuove il doposcuola, il teatro parrocchiale e, convinto della validità dello scautismo, decide di fondare un gruppo scout nella propria parrocchia. Insomma l’educazione dei giovani, unico vero modo per cambiare il mondo, non era affare per chi non fosse fascista.

La Promessa, che ogni ragazzo o ragazza pronunciano quando entrano a far parte della grande famiglia scout, inizia così: “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio” e prosegue con “per aiutare gli altri in ogni circostanza”. Quest’ultima frase risuona forte in tutto il film ed è il reale punto di rottura tra una realtà opprimente e ingiusta e la libertà di seguire la propria coscienza, anche contro la legge.

Ancora oggi il grande gioco dello scautismo, che nel suo metodo vuole educare alla vita attraverso la vita stessa, continua a chiedere ai giovani di non smettere mai di domandarsi: qual è la mia vocazione, la mia missione? Come posso scoprirla e portarla avanti?
Aquile Randagie ci interroga profondamente sulla realtà di oggi: sulle ingiustizie e su cosa noi facciamo o anche, e soprattutto, non facciamo. Papa Francesco ha detto recentemente che l’omissione è il contrario della missione, allora ci chiediamo: chi sono le Aquile Randagie oggi?

Denis Ferraretti e Francesca Ferretti
Responsabili di Zona AGESCI di Ferrara

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