Lo scautismo che non sa arrendersi: “Ad-ventura”!

Un convegno partecipato e apprezzato, nonostante le fatiche del digitale, quello tenutosi in videoconferenza lunedì 22 giugno 2020 per le capo e i capi della Zona di Ferrara.

Stefano Laffi, sociologo e curatore del volume che ci ha raccontato i sentimenti più profondi delle scolte e dei rover protagonisti della Route Nazionale, e Giovanni Seghi, psicologo dell’età evolutiva e capo Gruppo del Delta del Po 1, hanno ragionato insieme a tutte e tutti noi sul periodo ancora non del tutto trascorso e le sfide che ci aspettano, grazie alla moderazione dell’Incaricata di Zona alla Branca R/S Elisa Barattini, psicologa e psicoterapeuta.

Dopo che Francesca Ferretti e Denis Ferraretti, i Responsabili di Zona, ci hanno stimolato con gli interrogativi che inevitabilmente ci stiamo ponendo – abbiamo gestito la situazione in maniera adeguata? Come stanno davvero le nostre unità? Dovremo reinventare il modo di fare educazione? – , Elisa ha iniziato introducendo i temi del convegno: – Siamo sempre chiamati a progettarci noi scout, e ciò che chiediamo ai bambini e ai ragazzi è di progettarsi a loro volta: le imprese, il capitolo, la progressione personale… Poi è avvenuto qualcosa che non era progettato, e ci ha spiazzati – . E proprio il progetto è stato filo conduttore della serata, declinato secondo le tappe fondamentali dello scouting.

Prima cosa, analisi d’ambiente: come stiamo innanzitutto noi? Stefano ha chiesto la nostra collaborazione per realizzare una nuvola semantica che fotografasse i nostri stati d’animo.

Per la fase dell’osservazione, Giovanni ci ha poi consegnato uno spaccato delle emozioni vissute negli ultimi mesi da bambine e bambini: – Partiamo però da un assunto: l’essere umano è relazionale, la relazione è la nostra essenza – .

Stefano lo ha fatto per la fascia adolescenziale: – Vi faccio ascoltare delle lettere scritte da loro in questo periodo – .

Ragazze e ragazzi spaesati, dunque, forse dimentichi dell’autonomia in precedenza conquistata. Giovanni, per il momento della deduzione, ci ha mostrato come li troveremo una volta che avremo ripreso le attività, e di cosa avranno bisogno da parte nostra: – La vita è scandita da continui periodi di attaccamento e separazione, e dopo questa fase soprattutto chi è più giovane subirà una regressione psicologica verso l’attaccamento – .

E se tutto ciò che ci si è scaraventato addosso fosse null’altro che una grande occasione da non perdere? Per le considerazioni sull’azione, la parola è andata a Stefano, convinto della necessità di nuove sperimentazioni: – Come la reclusione ci ha messi tutti l’uno accanto all’altro, allo stesso modo ci ha costretto a vivere le stesse emozioni. Pensare a ciò che ci accomuna ci consente di giocare l’elemento di prossimità con le ragazze e i ragazzi – .

Molto numerosi i punti toccati dai relatori, eppure le domande non sono mancate: dal coraggio per ripartire all’uso della tecnologia, dall’incertezza priva di orizzonti ai sogni per il futuro, dalla nuova relazione con i genitori alle multi-identità da rigovernare.

Ma non pensiamo di essere lasciate o lasciati soli. – Abbiamo bisogno di voi per ricostruire! – è il messaggio che per Giovanni dovremmo indirizzare alle nostre sorelle e fratelli minori, seguito da Stefano che ha messo in guardia dalle rinunce dettate dalla paura: – É il tempo del coraggio: non esiste il rischio zero, l’educazione si fa assumendosi rischi! – .

Ivan Fiorillo

Il video completo della serata (circa 120 minuti)

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