La strage nel canale di Sicilia

Ancora 130 persone morte nel canale di Sicilia su tre barconi messi in mare dai trafficanti libici. Uomini, donne, bambini, lasciati per due giorni nel mare in tempesta.

Ci sono le prove che tutti sapevano – governo libico, governi europei – ma dopo una prima uscita della guardia costiera libica nessuna motovedetta è stata inviata a pattugliare l’area e nessuna delle centrali di soccorso ha coordinato i mercantili pure presenti in zona, a causa del solito palleggiamento delle responsabilità. E 130 persone sono morte nell’ indifferenza collettiva abbandonate al loro destino. Ora per la prima volta da molti anni, tre navi commerciali hanno deciso di loro iniziativa di unirsi alla Ocean Viking di Sos Mediterranee per cercare i dispersi. Un gesto di umanità tardivo, ma che la dice lunga. Come commenta Safa Msehli, portavoce dell’agenzia Onu per i migranti: “Lasciati morire in mare. L’umanità è annegata”.

Eppure sia la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (art.1) che la Costituzione italiana (art. 3) affermano che “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”. Proprio un anno fa la Commissaria del Consiglio d’Europa per i Diritti umani, Dunja Mijatović, dichiarava alla comunità internazionale che “in questo periodo impegnativo (ndr. Emergenza Covid-19), ci viene ricordato il valore della vita umana e la necessità di preservare il diritto alla vita, anche di coloro che, alla deriva, restano lontani dallo sguardo pubblico”.

Come cittadini, mentre nostro malgrado condividiamo la responsabilità di quanto accade sui confini dell’Europa, chiediamo alle istituzioni italiane ed europee e a tutta la cittadinanza, di ascoltare finalmente il grido dei poveri e di considerare come un richiamo ineludibile la solidarietà e la condivisione con essi. La tutela dell’immensa dignità di ogni persona umana prevalga sull’indifferenza in nome del diritto alla vita e a una vita dignitosa per ciascuno; quel diritto su cui si sono fondate le nostre istituzioni nazionali ed europee dopo la seconda guerra mondiale e che, in questi giorni che precedono la festa del 25 aprile, ci piacerebbe ricordare come strumento di civiltà e di pace.

  • Azione Cattolica di Ferrara-Comacchio
  • ACLI provinciale Ferrara
  • AGESCI Zona di Ferrara
  • Comunità Vita Cristiana Santi Pietro e Paolo Ferrara
  • MASCI Ferrara
  • Movimento dei focolari Ferrara
  • Movimento Rinascita Cristiana Ferrara
  • Salesiani Cooperatori Ferrara

Un commento su “La strage nel canale di Sicilia”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *